La questione Cruelty-free, in ambito cosmetico, fa molto discutere, ed ancora oggi non a tutti è chiaro il regolamento vigente. Tra i prodotti che destano molti dubbi vi sono le ciglia finte in visone, tanto apprezzate dai consumatori, ma altrettanto odiate dagli animalisti.
Le ciglia finte in visone sono 100% naturali, di conseguenza si presentano molto diverse dalle altre proposte in commercio. Tra le caratteristiche più apprezzate c’è la naturale lucentezza, l’estrema leggerezza e la grande flessibilità. Grazie alle prestazioni eccellenti, i peli dell’animale vengono impiegati anche per la realizzazione di extension e per trapianti o il riempimento delle sopracciglia.
È chiaro che a far discutere non sono i grandi pregi delle ciglia in visone, ma il come queste vengono realizzate.
Come per ogni prodotto destinato alla vendita in Europa, anche le ciglia in visone devono rispettare la legge in vigore. Per tale motivo, alcuni modelli riportavano addirittura la dicitura cruelty-free, in quanto nate da lavorazioni che non prevedono crudeltà ai danni degli animali.
A destare polemica però sono le condizioni in cui versano i visoni negli allevamenti e le pratiche messe in atto per prelevare la pelliccia.
I visoni sono animali semi acquatici, solitari e con una natura aggressiva. A causa del carattere poco socievole è impossibile tenerli in libertà e a contatto con altri esemplari della stessa specie. Basti pensare che l’unico contatto è limitato al momento dell’accoppiamento.
Affinchè restino separati, i visoni vengono confinati in recinti metallici (Spesso i recinti vengono occupati anche da più esemplari) e, com’è immaginabile, non hanno più la libertà di recarsi vicino a fonti di acqua o di svolgere le normali azioni.
Sebbene tali condizioni plachino la natura esuberante degli animali, in Nord America gli allevamenti devono seguire delle linee guida molto restrittive e, per chi volessero aderire volontariamente, è possibile addirittura seguire dei codici specifici che danno diritto ad ottenere la certificazione nel programma della Human Care Farm di Fur Commission.
La reclusione e l’inibizione degli istinti naturali, porta i visioni ad assumere comportamenti preoccupanti come mordersi la coda, saltare ininterrottamente ed infliggersi gravi ferite. Tale condotta non è stata riscontrata in visioni nati in libertà, dunque ciò fa storcere il naso alle associazioni animaliste.
Altro punto non chiaro è la raccolta della pelliccia.
Lo sviluppo della pelliccia inizia ad agosto, ed è completamente sviluppata a Novembre, periodo in cui avviene la raccolta. I visoni, stando alle dichiarazioni degli allevatori, vengono spazzolati in modo delicato ma, ricordando sempre il carattere poco socievole dell’animale, com’è possibile che si lascino spazzolare senza ribellarsi ed aggredire l’uomo?
Questa serie di dettagli poco chiari ha portato la Peta a non approvare le ciglia finte in visone come prodotto cruelty-free. L’animale è sottoposto a sofferenze e, visto che molti allevamenti sono presenti anche sul suolo cinese (Dove non vi sono delle leggi severe a riguardo), potrebbe anche essere ucciso per prelevarne la pelliccia.
Alcune tra le aziende più famose per la vendita di ciglia finte in visone sono state più volte contattate al fine di ricevere informazioni precise sugli allevamenti da cui giunge la materia prima. Purtroppo, nessun utente ha ricevuto risposte chiare o documenti relativi a quanto richiesto.
Navigando sul web ho anche scoperto che, in Italia, sono presenti moltissimi visoni allevati per scopi commerciali. Visto lo stile di vita non idoneo all’indole dell’animale, sono state fatte tre Proposte di legge per vietarli ma, tutte, sono ferme al 2013 (Croazia, Olanda, ed altri sei Paesi hanno invece già vietato l’allevamento di animali da pelliccia).
L’articolo non chiarirà i tanti dubbi sulle ciglia finte in visone ma, almeno, porrà l’attenzione su dei dettagli che, forse, non a tutti sono noti.